Costruirsi le Molle
Per me e' pratica corrente quella di costrirmi le molle che mi servono, visto che, pur avendone di tutti i tipi, non trovo mai quella che mi serve nel momento in cui mi serve, ma da quanto leggo sulle emails della LFI mailing list, di cui faccio parte, mi sembra di capire che non e' cosi' diffusa questa pratica, anzi, mi pare che sia decisamente sconosciuta ai piu'.
Di molle ne esistono un'infinita' di tipi, di forme, di lunghezze, di robustezze diverse, in acciaio, in bronzo ecc.; guardate qui sotto un piccolissimo campionario, veramente minimo, infinitesimale; ognuna risponde ad una precisa esigenza e non sara' mai intercambiabile con un'altra, proprio perche' ognuna e' studiata appositamente per risolvere un problema preciso o una necessita' specifica.
Siccome e' molto importante sapersi destreggiare in queste operazioni, vuoi perche' quando ci serve una molla non abbiamo mai il ricambio adatto sottomano, vuoi perche' se ci facciamo qualcosa di particolare abbiamo conseguentemente bisogno di molle di misura particolare, vuoi perche' alcune molle che ci servono non devono "fare da molla", cioe' tenere in tensione o in spinta dei particolari meccanici, bensi' ci servono solo sotto l'aspetto estetico, per esempio se facciamo delle fiancate di carrelli, e quindi dovremmo scegliere con cura diametri e filo da avvolgere a spirale per andare quanto piu' vicini possibile all'aspetto dell'originale, e' cosa evidente che in questi casi e' ben difficile trovare gia' fatto quel che ci necessita.
Anche nei nostri treni ci sono tante molle, diverse tra loro, con compiti diversi, ma ognuna indispensabile. Ci sono le molle che premono i carboncini sul collettore, calibrate per non essere troppo deboli e non permettere cosi' un buon contatto, ne' troppo forti da rovinare, con una pressione eccessiva, il collettore stesso. Ci sono le molle che tengono allineati i ganci nei vecchi modelli di carri e carrozze, ci sono le molle che favoriscono il riallineamento dei ganci corti attualmente sempre piu' diffusi, ci sono le molle nei carrelli delle carrozze, dei carri e delle loco che possono essere veramente funzionanti e rispondere ad una reale esigenza di molleggio, oppure possono essere solamente "estetiche" come gia' accennato prima. Quest'ultimo caso e' frequente per chi costruisce da se' i vari particolari di una locomotiva e, nel fare i masters che poi serviranno per ottenere delle fusioni, sicuramente deve attraversare la fase della costruzione delle molle. Giusto per fare un esempio ecco qui sotto due esempi che si riferiscono ad una stessa locomotiva, la D 343/443 FS, nella scala N e in H0. Come si capisce immediatamente, ognuno di questi due casi e' stato risolto costruendo molle specifiche per dimensione della spira e per utilizzo del filo con diametro appropiato. Non badate molto alle foto, le avevo gia' nel computer e le ho riutilizzate, quello che conta ora e' porre l'attenzione sull'esecuzione delle molle.
Ma, allora come si fanno queste benedette molle? Tranquilli, non e' molto difficile, non si puo' certo dire che non c'e' niente di piu' facile, ma ritengo che, presa la giusta confidenza, questo sia uno dei lavori modellistici che da qui in avanti preoccuperanno di meno.
Innanzittutto, quando si affronta l'esecuzione di una molla bisogna sapere esattamente per cosa ci serve. Quali dovranno essere, cioe', le suo caratteristiche sia dimensionali, sia meccaniche. Valutando per interpolazione la durezza, direi meglio l'elasticita', di altre molle che abbiamo fatto noi precedentemente o che abbiamo ottenuto dal commercio o dalla distruzione di qualche congegno, sara' possibile determinare con buona approssimazione sia il diametro del filo di acciaio armonico da usare, sia l'angolo di avvitamento della molla che dovremo costruire. Bisogna tener presente che aumentando il diametro della molla, a parita' di filo di acciaio usato, la molla risultera' piu' dolce, meno violenta. Lo stesso effetto lo si puo' ottenere anche, sia diminuendo l'angolo di avvitamento, sia diminuendo il diametro del filo di acciaio armonico usato per costruirla. Appare ovvio che il giusto mix di tutti questi fattori determinera' il raggiungimento dell'obbiettivo che ci siamo posti. Devo dire inoltre che fare una molla e' di una tale rapidita' che non ci sconvolveremmo certo se un nostro primo tentativo non sara' perfettamente riuscito, sicuramente ci servira' per azzaeccare il secondo o il terzo e le molle fatte che non rispondono ora alla nostra necessita' le metteremo via perche' lo potranno fare in un'altra occasione futura.
Una volta stabilito quale diametro esterno e che diametro del filo dovranno avere le nostre molle, saremo in grado di definire anche quale diametro dovra' avere l'anima che, lavorando dall'interno della costruenda molla, poi ne determinera' le dimensioni finali. Quest'anima la costruiremo con del filo di acciaio o di ferro se le dimensioni ci garantiranno una buona robustezza. Normalmente i diametri di molla piccoli e' meglio avvolgerli su filo di acciaio piu' robusto e tenace e quelli piu' grossi anche su filo di ferro.
A questo punto le poche cose che servono per ottenere la molla, a parte il filo di acciaio armonico, ovviamente, sono una morsa, due tavolette di legno morbido, direi abete o altri di consistenza simile, ed il filo che dovra' fare da anima che dovra' essere preparato opportunamente per il suo servizio. Questa anima, infatti, la dovremo piegare due volte, una da un lato e l'altra dall'altro,in modo da ottenere una forma ad "S", come si puo' vedere nella foto di alcune di queste anime che avevo conservato dopo averle utilizzate nel passato; non buttare mai niente e' una grande regola che ci aiuta molto spesso nel farci trovare attrezzi e cose gia' pronte, anche se, in questo caso, prepararsi i ferri e' quantomai semplice.
La grande avvertenza, praticamente il trucco, nel preparare queste anime e' sintetizzata nel cerchio della figura appena sopra e consiste nel fare un taglio trasversale sulla punta del ferro piegato ad "S", di misura atta a far passare perfettamente il filo di acciaio armonico che abbiamo definito per fare la nostra molla; questo taglio risulta abbastanza agevole farlo con un dischetto abrasivo di adeguato spessore poiche' e' abbastanza importante farlo della misura giusta, specialmente per le anime piu' sottili, che lasciano, ai lati del taglio, ben poco materiale. Ora, se noi infiliamo la punta del filo di acciaio armonico, magari dopo averla opportunamente piegata per agevolare il suo avvolgimento attorno all'arnese piegato ad "S", nel taglio fatto sulla punta della "S" e stringiamo tra le due tavolette di legno, dolcemente, senno' non ce la faremo a girare il manico della "S" ed anche perche' non serve nessuna grande pressione, e cominceremo a girare il manico che abbiamo fatto con il filo di ferro, vedremo che questo si avvitera' tra le due tavolette creando la molla che ci occorre.
Naturalmente, bisognera' pensare se la nostra molla dovra' essere "destra" o "sinistra" per avvolgerla quindi da una parte o dalla parte opposta ed infine, questo e' molto importante, comunque si impara subito, bisognera' fare attenzione all'angolo con cui daremo modo di avvolgersi alla prima spira, poiche' questo angolo, magicamente, non cambiera' piu', tutta la molla seguira' l'imprinting iniziale.
Visto? Ve lo dicevo che era semplice, ed anche questa volta il nostro grande attrezzo non e' altro che un semplice filo di ferro!