UN PO DI STORIA....
Di una ferrovia che collegasse Ora con Predazzo si parlava già
nel 1891, anche se il progetto Mazzurana prevedeva il collegamento
di Lavis con Predazzo attraverso la val di Cembra. Tale progetto
fu subito in contrasto con quanti sostenevano invece una ferrovia
Bolzano Predazzo [1]. Come spesso accade, furono gli eventi
bellici a dare un notevole impulso alla costruzione di una ferrovia
che collegasse la val di Fiemme, ovvero il fronte del Lagorai,
con la val dAdige e la ferrovia del Brennero. La ferrovia fu
fatta iniziare a Ora e per la sua costruzione, iniziata nellinverno
1915 16, furono impiegate come maestranze i prigionieri di guerra
russi che costruirono anche la ferrovia della Val Gardena Chiusa
Plan, sorta per gli stessi scopi bellici appena un anno prima.
Fu scelto il tipico scartamento da montagna dellimpero austroungarico,
ovvero il 760 mm, anche per poter utilizzare il materiale rotabile
proveniente da altre ferrovie dellImpero; però con grande razionalità
tutte le opere civili e le traversine furono approntate con la
prospettiva di passare allo scartamento metrico alla fine della
guerra, come poi effettivamente avvenne (1929). A metà marzo del
1917 la ferrovia funzionava nel tratto Ora Castello di Fiemme;
ma la conquista, da parte italiana, del Monte Cauriol (catena
del Lagorai) obbligò il progettista, ing. Orley, a modificare
il tracciato per evitare che la ferrovia potesse essere colpita
dagli obici italiani posti sul monte. Pertanto il tratto Castello
di Fiemme Predazzo entrò in funzione solo nel febbraio 1918,
quando ormai, a causa dellarretramento del fronte italiano seguito
alla rotta di Caporetto, la zona del Lagorai era diventata una
tranquilla retrovia. La ferrovia aveva una lunghezza complessiva
di 50,5 km, pendenze massime del 42 per mille e raggio minimo
di curvatura pari a 60 m.
Per consentire linvio al fronte di una brigata di fanteria in
sole 24 ore, lo Stato maggiore austriaco necessitava di locomotive
molto potenti, (vedi profilo altimetrico) da impiegare al traino di lunghe tradotte e in doppia trazione
nel tratto Ora Castello, ma al tempo stesso le motrici dovevano
avere un ridotto peso per asse, poiché larmamento era eseguito
con rotaie da 21,8 kg/m. Vennero pertanto ordinate alla Henschel
& Sohn di Kassel (Germania) ben 46 locomotive articolate a doppia
espansione sistema Mallet, rodiggio 130 + 030, della considerevole
potenza di 550 HP.
Foto 1 Ai tempi della costruzione della linea. Sui carri scoperti,
i prigionieri russi che con il loro lavoro realizzarono questa
ferrovia.
Foto 2 - Il treno arriva a Predazzo nella primavera del 1918, alla stazione
provvisoria di Predazzo
Sud. Terminato il ponte in ferro sul rio Travignolo, il treno
arriverá a Predazzo centro.
Tali locomotive operarono insieme ad altre macchine di minor potenza,
rodiggio 030 o 040, provenienti da altre ferrovie dellImpero,
tra cui anche la locomotiva Arco della ferrovia Mori - Arco
- Riva, in prestito alla Ora - Predazzo durante il periodo bellico.
Il materiale rotabile era composto da un paio di centinaia di
carri scoperti. Lintero percorso era coperto in 3 ore e mezza,
con otto stazioni atte allincrocio e tre dotate di triangolo
di inversione delle locomotive (Ora, Castello e Predazzo); questa
peculiarità rese la ferrovia fiemmazza diversa da quella gardenese,
dove il triangolo di inversione non esisteva.
Altre interessanti caratteristiche furono la presenza di spettacolari
viadotti realizzati in pietra, ancora oggi conservati, tra cui
quello di Gleno Inferiore (5 archi di luce 12 m, altezza massima
22,6 m ,73 m di sviluppo lineare). Ammirevole opera di ingegneria
è il ponte sullAvisio nei pressi di Masi di Cavalese: realizzato
in travature metalliche, sistema Kohn, con due campate di 39 m
ciascuna.
Dal fondovalle di Ora, in val dAdige, la ferrovia saliva fino
al passo di San Lugano (quota 1097 m slm) con sette arditi tornanti,
attraversando sei viadotti in pietra e cinque gallerie. Da lí
calava a Castello di Fiemme e quindi a Cavalese, scendendo poi
nel fondovalle attraversava lAvisio per giungere infine a Predazzo
(1018 m slm).
Foto 3 A Predazzo, appena terminata la guerra.
Finita la guerra e annesso il Trentino Alto Adige al territorio
italiano, vi fu un decennio di amministrazione FS della linea,
utilizzando le macchine rimaste in dotazione alla ferrovia, ovvero
10 Mallet più altre macchine minori.
Foto 4 Splendido primo piano di una Mallet tedesca a guerra conclusa.
La linea è giá esercita dalle Ferrovie dello Stato italiane (si
noti il logo sullo spartineve).
Foto 5 Foto ricordo del personale di macchina FS con la loro Mallet.
Nel 1928 si costituì la società FEVF (Ferrovia Elettrica Val di
Fiemme) per lesercizio della linea, che venne elettrificata a
2600 V e portata allo scartamento metrico allo scopo di ridurre
i tempi di percorrenza, che scesero a 2 ore. Furono ordinate tre
elettromotrici, due rimorchiate e due locomotori alla Carminati
e Toselli (parte elettrica ad opera della TIBB). Da alcuni carri
a sponde alte a carrelli furono ricavate alcune carrozze rimorchiate.
Foto 6 Il viadotto di Gleno inferiore domina la Val dAdige, con un
convoglio della ferrovia appena elettrificata (anni Trenta).
Foto 7 Elettromotrice della FEVF a Predazzo.
Le Mallet, tranne due adattate allo scartamento metrico e tenute
per servizi straordinari (tra cui uno spettacolare servizio spartineve
negli anni Trenta, magistralmente descritto in [2]) vissero una
seconda giovinezza sulla rete delle Ferrovie Meridionali Sarde
(FMS), al traino di pesanti treni di carbone proveniente dalle
miniere del Sulcis nel periodo 1937 1960, con ottimi risultati.
Nella seconda guerra mondiale la ferrovia subì vari danni sia
agli impianti fissi che al materiale rotabile.
Foto 8 Convoglio FEVF .
Foto 9 In partenza da Ora Val Fiemme verso Predazzo.
Vennero quindi purtroppo i tempi della motorizzazione di massa
e di una insensata politica che portò, in un solo lustro, alla
perdita di tre splendidi gioielli ferroviari perfettamente ambientati
nello scenario dolomitico: la Chiusa-Plan (chiusa nel 1960), la
Calalzo Cortina - Dobbiaco (1962 64) e la ferrovia della Val
di Fiemme (1963). Il materiale rotabile di questultima fu ceduto
alla ferrovia Genova Casella, dove tuttora viene impiegato in
speciali treni straordinari. Tutte le motrici a vapore furono
purtroppo demolite.
Riferimenti bibliografici
[1] Muscolino Piero, Ricordi ferrotramviari di viaggi per le
Dolomiti, Cortona, Calosci, 1984.
[2] Delladio Mariano, Vapore in val di Fiemme.Genesi di una ferrovia
militare.Un contributo alla storia della ferrovia Ora-Cavalese-Predazzo.
Dai primi progetti all'elettrificazione. Le locomotive ungheresi
e le grandi "Mallet" germaniche. Il ruolo della Magnifica Comunità
Generale. La transdolomitica Moena - St. Moritz, II ed., Cortona,
Calosci, 1994.
ORA PREDAZZO: UNA FERROVIA FINITA PER SEMPRE ?
Personalmente credo invece che i tempi siano ora maturi per chiedere
alle autorità competenti della Provincia di Bolzano il ripristino,
a scopo turistico, della tratta meglio conservata di questa splendida
ferrovia, i 10 km da Doladizza al passo di San Lugano, per effettuare
convogli turistici con trazione a vapore durante la stagione estiva.
Foto 10 Il viadotto di Gleno allo stato attuale. Si veda per confronto
la foto 6.
Foto 11 Un cartello avvisa che questa strada forestale era la ferrovia
della Val di Fiemme.
Si noti il muro di contenimento con il sostegno metallico della
palificazione.
Foto 12 Salendo verso il passo di San Lugano, limbocco di una galleria.
Foto 13 In entrata alla stazione di Doladizza.
Tutti i sostegni della catenaria,in calcestruzzo, si sono conservati.
La scelta del tratto menzionato é dovuta alle seguenti ragioni
tecnico economiche:
il sedime é in ottime condizioni, non necessita di opere civili
(viadotti, ponti e gallerie) in quanto giá esistenti e in buone
condizioni strutturali, non ha alcuna problematica intersezione
con l'attigua SS 48 delle Dolomiti, é interamente compreso nella
Provincia di Bolzano, possiede due (ex) stazioni (Doladizza e
San Lugano) in buone condizioni, che potrebbero fungere nuovamente
da stazioni capotronco.
Foto 14 - La stazione di Doladizza (comune di Montagna,BZ). Da qui si
vorrebbe ripristinare il tracciato.
Foto 15 - La stazione di Doladizza, particolare
Foto 16 Ci si addentra nel bosco, appena lasciata la stazione di Pausa.
Foto 17 La stazione di Pausa (BZ).
Il tracciato è attualmente utilizzato come percorso ciclo turistico,
ma non temano gli amici ciclisti, non si intende certo impedire
loro di utilizzare tale suggestivo tracciato, che si inerpica
a mezza costa nel bosco! Con un armamento adeguato, di tipo tranviario
(rotaia + controrotaia) e lastricatura superficiale in pietra
(come nelle mulattiere della prima guerra mondiale presenti nella
zona) si vorrebbe consentire anche in futuro luso promiscuo della
sede ferroviaria.
Con laiuto di tutti, turisti, amanti delle montagne e appassionati
di ferrovie si intende portare avanti una petizione popolare affinché
il treno a vapore possa tornare là dove era, seguendo lesempio
di molte nazioni europee che già da decenni stanno portando avanti
scelte analoghe, con notevole successo di immagine e turistico.
Foto 18, 19 Due belle immagini del viadotto in pietra appena dopo la stazione
di Pausa: il suo nome è pittoresco ed evocativo di altri tempi
(Fossa dei Briganti).
Foto 20 Subito dopo la stazione di Fontanefredde (BZ).
Foto 21 In arrivo alla stazione di San Lugano (BZ).
Le carrozze ferroviarie ci sono giá; chissá che sia di buon auspicio!
(Qui finirebbe lopera di ripristino).
Per sostenere tale iniziativa è sufficiente inviare una e-mail
di adesione a francesco.fellin@unipd.it indicando nome, cognome
e città di residenza. I dati così raccolti saranno trattati nel
pieno rispetto della L. 675/96 e utilizzati unicamente per lo
scopo indicato, ovvero allegati alla richiesta, rivolta alle competenti
autoritá della Provincia di Bolzano, di ripristino della tratta
ferroviaria Doladizza San Lugano (in qualsiasi momento è possibile
chiederne la cancellazione o la modifica scrivendo al medesimo
indirizzo).
Foto 22 Dopo San Lugano, in discesa verso la Val di Fiemme, il tracciato
è in piú punti ormai compromesso.
Qui siamo in localitá Stazione nei pressi di Castello di Fiemme
(TN).
Foto 23 Lo spettacolare ponte sullAvisio a Masi di Cavalese (TN).
Foto 24 Laltro ponte metallico di questa ferrovia è ad una sola campata,
sul rio Travignolo a Predazzo (TN).
Foto 25 La stazione di Predazzo (TN), vista dalla posizione del triangolo
di inversione. Da qui, il 10 gennaio 1963, partí lultimo treno
della ferrovia della Val di Fiemme, diretto, purtroppo per lultima
volta, a Ora.
In chiusura desidero ringraziare in modo particolare lamico Giorgio
Donzello per la sua generosa ospitalitá in questo sito e per la
sua preziosa collaborazione, e ling. Piero Muscolino, che ha
volentieri acconsentito a lasciarmi pubblicare le fotografie dalla
numero 1 alla 9, tratte dal suo libro [1] Ricordi ferrotramviari
di viaggi per le Dolomiti, Cortona, Calosci, 1984. Le foto dalla
10 alla 25 sono state scattate dallo scrivente nellAgosto 2002
(scaricatele pure e firmate la petizione!!!).
Cari lettori, vi ringrazio fin dora per quanto farete perché
questa spettacolare ferrovia possa tornare ai fasti del passato!
E chissá che con un pizzico di fortuna ce la possiamo fare !!!
In allegato: l'articolo pubblicato sul Mattino di Bolzano
Pianta della Stazione di Predazzo
Francesco Fellin
c/o Dipartimento di Fisica Tecnica - Universitá di Padova
Via Venezia 1 35131 PADOVA
Tel. 049-8276882 - Fax 049-8276896
francesco.fellin@poste.it