Schema di principio
La mandata del compressore e' collegata tramite una valvola di non ritorno al primo foro filettato della bombola dove e' presente anche il manometro (di cui la bombola e' dotata all'acquisto) che indica la pressione all'interno della bombola stessa. Sull'altro foro filettato della bombola, che si puo' intendere come uscita, si trovano il pressostato, la valvola di sicurezza della bombola pretarata a 8 bar e il riduttore di pressione che da in uscita il valore di pressione che noi vogliamo (tramite manopola, di solito 1-2 bar per utilizzo con aerografo) e che possiamo leggere su un piccolo manometro presente sul riduttore stesso. Dal riduttore si va alla penna aerografo.
Questo e' uno schema semplificato da usare se si ha a che fare con compressori di non grossa portata (come il mio e come la maggior parte di quelli da frigo).
Tale schema non crea il caratteristico "sfiato" che e' possibile sentire nelle vicinanze di una officina tutte le volte che il pressostato stacca il compressore; sto utilizzando questo schema da poco tempo ma mi sembra che per l'uso con l'aerografo vada benissimo.
Schema di montaggio
Descrizione della procedura di costruzione
Il primo passo in assoluto e' stata la ricerca del compressore: bisogna trovare un vecchio frigo abbandonato o al cassonetto o in qualche discarica; tagliare con delle tronchesi i 2 tubi in ferro che lo collegano al frigo stando attenti a mantenere il tutto in posizione orizzontale per evitare la fuoriuscita dell'olio nel quale tutto l'interno del compressore e' affogato. Nel caso di una perdita minima non ci sono comunque problemi.
Per "riaprire" i due tubi chiusi dal taglio con le tronchesi la soluzione migliore Ë utilizzare un giratubi, con delicatezza in modo che nessun truciolo di ferro cada nei due tubi.
Per quanto riguarda il cavo elettrico si puo' utilizzare sia quello preesistente, se e' in buone condizioni, sia uno nuovo (importante usare una spina che abbia il filo della terra da collegare alla massa del compressore stesso). Una volta ricollegata la spina elettrica al quadretto di comando lo si puo' accendere per verificarne un primo funzionamento e per identificare il tubo di aspirazione e quello di mandata (basta metterci sopra un dito); quando si Ë stabilito che il compressore funziona a dovere si puo' decidere se tenerlo cosi' com'e' o se riportarlo a nuovo, eliminando completamente la ruggine, prima con una spazzola di ferro (manuale e da trapano) poi con delle passate di carta vetrata. Una volta carteggiato, si da un passata di nero opaco ad alta temperatura in bomboletta (quello per le marmitte di scarico), dopo aver mascherato con del nastro da carrozziere l'ultimo centimetro dei due tubi; a questo punto il compressore e' come nuovo.
Tutta la struttura e' composta da un tavolato di legno di dimensioni 43x35x1,6 cm., ma, chiaramente, ognuno puo' disporre in modo diverso i componenti ed ottenere dimensioni finali diverse. Per la tavola di supporto io ho utilizzato uno spezzone di multistrato; sotto la tavola ho avvitato quattro ruote (ognuna delle quali ha una staffa quadrata con quattro fori predisposti per le viti). Ho usato viti autofilettanti 3,5x13 mm(16 viti in totale) avvitate direttamente nel legno senza fori di guida.
Sopra la tavola ho posizionato, sulla destra il compressore e, a sinistra, la bombola da 5 litri, ma, anche qui, ognuno puo' fare scelte diverse.
Per fissare il compressore alla tavola ho sfruttato i 4 fori (da 8 mm di diametro) con gommini che ci sono alla base; ho usato 2 bulloni da 8x40mm infilati da sotto con rondelle, fermati sopra da due dadi sempre con rondelle, solo su 2 dei 4 fori presenti, in modo incrociato. E' consiglibile pero', al posto delle rondelle che si trovano sotto la tavola, di mettere delle lastrine di ferro di qualche cm quadrato in modo che la forza del bullone sia ripartita su una superficie piu' ampia e non abbia la possibilita' di penetrare nel legno. Prima pero' ho dovuto forare la tavola di legno in modo empirico ho appoggiato il compressore nella posizione che volevo e ho segnato a pennarello i fori da effettuare, eseguiti poi con trapano con punta da 8. Altra possibilita' e' quella di appoggiare un foglio di carta sulla base del compressore, dove ci sono i fori, segnarne la loro posizione e poi, appoggiando il foglio sul legno, riportare la posizione dei centri dei fori su di esso.
La bombola invece l'ho inizialmente soltanto appoggiata sulla
tavola con l'idea di incollarla con colla bicomponente soltanto
dopo aver montato tutti i componenti; questo perchË al momento
di stringere i vari raccordi e strumenti e' inevitabile fare forza
anche sulla bombola, e la colla non e' in grado di sopportare
tali sforzi; mentre, a lavoro finito, la bombola non subira' piu'
sforzi ragguardevoli e la colla bicomponente e' piu' che sufficiente
per tenerla in posizione.
A questo punto ho iniziato con il montaggio dei vari componenti.
A tal proposito premetto due cose: tutti i raccordi, sia come
posizionamento, sia come tipo, sia soprattutto come misura (diametri
dei fori), me li ha consigliati il negoziante (negozio specializzato
in aria compressa) sul posto, con la bombola sotto gli occhi,
facendomi vedere se quello che lui mi consigliava mi andava bene
oppure no.
Seconda cosa, tutto il materiale che presentava una parte filettata
da avvitare l'ho preventivamente coperto di teflon (quello in
nastro), a parte quei raccordi che presentano gia' un anello di
gomma (oring) che serve da tenuta.
Sul foro di ingresso della bombola ho avvitato un raccordo a T con manometro da una parte e raccordo per ricevere il tubo dell'aria dall'altra.
Per il foro di uscita, ho collegato raccordi e strumenti come si vede dallo schema di montaggio: un raccordo cilindrico da 10 cm circa avvitato sul foro; su questo un raccordo a T; da una parte della T ho collegato il pressostato (tramite altro raccordo a T), e la valvola di sicurezza della bombola; dall'altra parte della T un altro raccoro cilindrico sempre di 10 cm e il riduttore di pressione con scrico per la condensa: questo secondo raccordo cilindrico serve per potermi "allontanare" un po' dalla bombola, in modo che il riduttore di pressione (che deve stare verticale per un corretto funzionamento) non intralci sulla bombola. All'uscita del riduttore c'e' un raccordo di quelli a vite. A questo punto con i raccordi sulla piattaforma abbiamo finito.
Successivamente ho carteggiato la base inferiore della bombola
(di circa 11 cm di diametro) e la relativa zona sulla tavola di
legno dove avrei dovuto incollarla; ho steso sul legno la colla
bicomponente ed ho unito le due parti.
Rimane da collegare la mandata del compressore alla valvola di
non ritorno, e questa all'ingresso della bombola; entrambi i collegamenti
li ho effettuati con il tubo da 4 mm di diametro interno, 6 mm
quello esterno, tagliato a misura; il diametro del tubo da usare
bisogna sceglierlo con il compressore sottomano, in modo che sia
compatibile con il diametro del tubo di mandata; per infilare
il tubetto sulla mandata basta premere con un po' di decisione
e contemporaneamente eseguire un movimento di leggera rotazione
in modo da facilitare l'unione. Quando circa 2 cm di tubo flessibile
circondano la mandata del compressore si puÚ fissare il tutto
con una fascetta da elettricista.
Per gli altri collegamenti del tubo flessibile invece, non ci sono problemi perche' ho posizionato sempre dei raccordi ad innesto rapido per aria compressa, e il tubo basta spingerlo dentro a mano.
Sull'uscita invece, ho usato un tubo flessibile piu' sottile (2,5
mm di diametro interno, 4 mm diametro esterno, 3 metri di lunghezza)
per avere piu' liberta' di movimento con l'aerografo; ho deciso
di tenere il tubo flessibile, completo dei raccordi all'estremita',
in un cassetto, ed utilizzarlo solo all'occorrenza: da una parte
del tubo c'e' un raccordo che si infila nella vite lato riduttore
di pressione, e dall'altro c'e' il raccordo che dovra' collegarsi
all'aerografo; quest'ultimo raccordo va comprato su misura, perche'
gli aerografi non hanno tutti lo stesso diametro per quanto riguarda
l'attacco dell'aria.
Parte elettrica: l'interruttore sul pressostato fa da interruttore generale. Come collegare i cavi e' indicato all'interno dei pressostati, anch'essi diversi l'uno dall'altro come forma o dimensione. In linea di massima, comunque, dal pressostato partono tre cavi verso il motore del compressore e tre verso la spina che andra' nel 220 V.
Per la taratura dei valori di attacco e stacco dipende un po' dale necessita'. Personalmete, dopo qualche prova, ho visto che sopra i 7 bar il compressore comincia a sforzare un po' troppo quindi mi sono tenuto sui 6 bar come valore al quale il compressore stacca, e su 3 bar come valore di riattacco. Per fissare questi valori ci sono due dadi appositi che, scorrendo su delle barre filettate, stringono o allentano due molle.
Ho impiegato circa tre mesi per realizzare il tutto, con molta calma, e soprattutto perche' un mese e mezzo l'ho aspettato perche' bombola e pressostato non erano disponibili in negozio; Il lavoro in se' e' abbastanza breve e sicuramente alla fine c'e' molta soddisfazione.
A questo punto buon divertimento!!!
Qualche vista dell'insieme
Materiale utilizzato
- compressore di un vecchio frigo
- bombola da 5 litri
- pressostato senza uscita supplementare
- riduttore di pressione con scarico di condensa
- raccorderia consigliata dal negoziante
- tavola di legno 35x43x1,6 cm
- 4 ruote con capacit di sopportare 15 kg l'una
- 16 viti autofilettanti 3,5x13 con rondelle
- 2 bulloni 8x40 con dadi e rondelle
- cavo elettrico a tre poli con sezione almeno di 1,5mm quadrato,
circa 2 metri
- 1 spina a tre poli
- tubo flessibile per aria compressa diametro esterno 6 mm, diametro
interno 4 mm, circa 1 metro
- tubo flessibile per aria compressa diametro esterno 4 mm, diametro interno 2,5 mm, 3 metri