L'invecchiamento e la Sporcatura dei rotabili

A cura di Guido Fraticelli (Fratix)

PRINCIPI GENERALI
L’invecchiamento del materiale rotabile ha la sua ragion d’essere in un’esigenza di completezza, rispetto a quello che è il modello a cui noi fermodellisti ci riferiamo.
Benché si cerchi in maniera più accurata possibile di riprodurre in scala tutto quello che riguarda l’ambiente ferroviario, fin dall’inizio ci scontriamo con la contraddizione delle riproduzioni in scala (e non solo in scala enne), ovvero il fatto di trovare in commercio i nostri modelli come se nella realtà fossero appena “usciti di fabbrica”.
Questo perché i produttori, tranne pochi casi perlopiù a livello artigianale, preferiscono lasciare questa incombenza all’utente finale.
Dal punto di vista dell’appassionato, la “N” è la scala che meglio riesce a regalare uno degli aspetti fondamentali del fermodellismo: la riproduzione completa della composizione.
A fianco di tale opzione (e al limite per l’esposizione in vetrina), possiamo aggiungere quella della sporcatura, per ottenere una realtà in scala assolutamente appagante.

Come in tutte le riproduzioni in scala si deve tener presente di tutti quei piccoli compromessi a cui si deve necessariamente andare incontro per ottenere un risultato utile all’appagamento visivo e contemporaneamente facile da perseguire.
Molto spesso capita che si rinunci ancor prima di cominciare perché si vede l’opera più grande di quello che è, soprattutto si tende a condizionare il lavoro con delle convinzioni non sempre corrette.
Non è vero che la sporcatura può riuscire correttamente solo con l’utilizzo di attrezzature astruse e costose come gli aerografi; non è vero che il tempo da dedicare per realizzare una corretta patina su un determinato carro è fuori dalla portata del fermodellista; non è vero che si debbano possedere conoscenze da accademia delle belle arti per fare un lavoro appagante.

Alla luce di tutto ciò, quello che si vuole raggiungere è l’obiettivo base del fermodellismo, ovvero la capacità di personalizzare le proprie opere senza spendere eccessivamente, aumentando le proprie esperienze e tecniche, così da arrivare ad unire il divertimento alla componente personale di completamento della riproduzione in scala.

QUALCHE CENNO SULLE TECNICHE DI INVECCHIAMENTO
Molti sono i tipi di invecchiamento che si possono utilizzare come campione per riprodurre in scala tale fenomeno.
Si evince quindi un elemento di base comune non solo alla materia dell’invecchiamento dei rotabili, ma a tutte le discipline di riproduzione in scala: quella dell’osservazione analitica del prototipo reale.
Partendo dal modello che vogliamo riprodurre sporcato in scala, dovremo arrivare ad osservare tutti quei particolari che, rispetto al grado di sporcatura cui vogliamo arriveare, possono tornare utili.
Se si osserva un carro frigorifero, si nota che la patina presente sulla sua superficie ha dei toni tendenti più al giallo ocra rispetto ad un carro trasporto materiali come il gabs, che presenta invece delle patinature differenti, tendenti più ai toni del marrone chiaro, ruggine e terra bruciata.

Per quel che concerne la scelta del modello ne riparleremo successivamente al capitolo 4, per ora ci preme fare una considerazione generale molto importante: alla differenza di modello reale corrisponde la differenza della sporcatura in scala.
Benché possa sembrare un’affermazione semplice e ovvia, è bene ricordare che i parametri che si utilizzano per la patinatura di alcuni tipi di carri, non possono essere utilizzati per altri tipi di carri, o addirittura per l’invecchiamento di locomotori o locomotive.
Premesso quindi il fatto che bisogna scegliere il corrispondente modello reale e vederne i particolari (questa fase andrà scemando col passare del tempo e con l’aumentare dell’esperienza e della varietà del materiale rotabile utilizzato) continuiamo con l’accennare alle tecniche di invecchiamento più utilizzate.

- INVECCHIAMENTO AD AEROGRAFO O AEREOPENNA.
Questa tecnica affianca all’ottimo risultato finale, la capacità e padronanza nell’utilizzo degli strumenti specifici, ovvero aerografo e aereopenna.
Questa pratica di invecchiamento consiste nel passare con un getto molto veloce ad una distanza di circa 15/20 cm dal modello il colore desiderato.
La vernice viene vaporizzata in maniera ottimale e produce sul modello un effetto di patinatura molto sfumato senza contorni prettamente definiti.
L’elevata vaporizzazione del colore e l’alto grado di sfumatura ottenibile con questo metodo fa di questa tecnica la più utilizzata dai modellisti esperti e capaci, garantendo un sicuro effetto ottico e una corretta riproduzione della patina.
Punto dolente di questa tecnica è quello di dover essere in grado di utilizzare l’aerografo, affiancato alla non certo “leggera” spesa per l’acquisto di un buono strumento.
Sicuramente è il punto di arrivo di ogni modellista che vuole ottenere il tanto agognato risultato finale in maniera ottimale.
Dal mio punto di vista questa tecnica è, come già detto, il punto di arrivo e non quello di partenza, per ora quindi è meglio lasciarla da parte.

- INVECCHIAMENTO A PENNELLO.
Questa tecnica è senza dubbio quella maggiormente alla portata di tutti; se non usata correttamente, però, rischia di inficiare la buona riuscita dell’operazione.
Se rispetto all’aerografo il pennello non consente una stesura omogenea e costante della vernice, il suo utilizzo in maniera corretta consente di ottenere un eccellente effetto sfumato.
Innanzitutto non si deve caricare eccessivamente il pennello di vernice, potrebbe comportare una pericolosa mancanza di controllo del tratto da applicare sulla superficie. Anche se a volte questo sovraccarico di vernice sul pennello è utilizzato nella riproduzione di specifiche macchie (come vedremo più avanti nel capitolo 6).
È quindi suggeribile un utilizzo del colore diluito in maniera corretta, cioè proporzionalmente al grado di invecchiamento che si vuole raggiungere.
Bisogna considerare inoltre che se una patinatura leggera può essere sempre caricata da passate successive, partendo da una patinatura pesante è difficile (al contrario) smorzare il colore.
Nel campo di questa tecnica è importante l’utilizzo del procedimento così detto del “Pennello a Secco”, ottenuto dall’inzuppamento del pennello nel colore, e dalla sua successiva passata sopra un panno, o fazzoletto, per “scaricare” colore, così da lasciarne sulle setole solo una piccolissima quantità, che (passando il pennello sul carro) si andrà a depositare sulle superfici più piccole, dando risalto ai rilievi.
Questa tecnica viene utilizzata come complemento e finitura della verniciatura a pennello.

La tecnica dell’invecchiamento a pennello è a mio dire quella più vicina a chi si cimenta per le prime volte con la sporcatura e quindi la più idonea all’utilizzo.
Se il punto principale a suo favore è la semplicità dei materiali e dell’applicazione pratica, il limite insito nella tecnica è che non ci consente di riprodurre tutti gli effetti in maniera ottimale (sfumature, patinature, ecc.).

- INVECCHIAMENTO CON MATERIALI VARI.
Da ultima ho lasciato la tecnica a mio giudizio più bella e interessante, quella che lascia maggiormente spazio alla sperimentazione e alla voglia di divertimento, nonché alla stimolante ricerca di nuovi metodi per ottenere lo scopo prefissato.
Non è detto, infatti, che necessariamente si debba rimanere ancorati a standard di utilizzo di certi materiali, imposti perché più usati o perché più conosciuti.
Soprattutto nel campo del modellismo e a maggior ragione in quello ferroviario trovo stimolante l’aprire i propri orizzonti a nuove esperienze, ad esempio andando a cercare nuovi materiali per la verniciatura, la sporcatura e perché no anche per la costruzione dei nostri modelli.

Un problema che avevo era quello di non riuscire a ricreare, senza l’utilizzo dell’aerografo, una superficie pigmentata e sfumata.
Ho così provato e riprovato con ogni possibile materiale e tecnica, dalla carta vetro finissima su cui tamponare leggermente il pennello a secco per poi applicare la carta alla superficie desiderata, all’utilizzo di fibre di carta imbevute di colore ecc.
Queste tecniche, che ho poi scoperto rendersi utili per altre situazioni di sporcatura, non rendevano appieno l’effetto che volevo ricreare.
Provai quindi con alcuni pezzi di spugna sintetica (quella delle confezioni dei modelli) tagliati in modi diversi e immersi nel colore molto diluito.
Finalmente avevo trovato il mezzo per ottenere l’effetto desiderato!

Concludo questo secondo capitolo sottolineando quanto sia non solo importante (per la propria esperienza modellistica) ma anche divertente, la ricerca di nuove possibili tecniche di sporcatura.
Osate sempre, non fernate la vostra voglia di sperimentare!

SCELTA DELLA TECNICA
E’ il momento della Tecnica, il momento principale, quello da cui dipenderà la riuscita del nostro operato.
Scegliere una particolare tecnica, fra le molte, dipende da diversi elementi:

- capacità personali con determinati materiali
- tipo di modello che si vuole invecchiare
- tipo di base/colore che si vuole utilizzare (acrilico, tempera, smalto sintetico o alla nitro)

Per quanto riguarda le capacità di ognuno, bisogna partire da dove si ha più esperienza e nel caso in cui questa mancasse si può partire dalle tecniche basilari (come quelle a pennello) o personali (come quelle con materiali vari).

La scelta della tecnica è direttamente connessa con il tipo di modello che si vuole invecchiare: se per invecchiare un carro trasporto carbone posso usare indifferentemente tutte le tecniche fin qui elencate, per invecchiare un locomotore elettrico sarebbe opportuno utilizzare l’aerografo (soprattutto nelle parti riguardanti l’imperiale e le griglie).

Per quanto riguarda i colori da utilizzare, sempre tenendo presente l’esperienza e la capacità di ognuno, la differenza fondamentale la fa il fatto che mentre gli acrilici e le tempere, in fase di lavorazione, hanno un buon grado di modificabilità in caso di errore, gli smalti e le vernici alla nitro sono più difficili da togliere e causerebbero anche un intaccamento della vernice di base.
Per questo propendo per l’utilizzo dei colori acrilici ad acqua.


Detto questo si può scegliere la tecnica da utilizzare.
Personalmente preferisco sperimentare, quindi mi cimenterò nell’utilizzo di tecniche miste che prevedono l’utilizzo di materiali vari e di attrezzi come i pennelli in diverse misure affiancati da colori acrili ad acqua.

SCELTA DEL MODELLO
La scelta del modello è riferita a ciò che si vuole invecchiare e sporcare.
All’inizio è consigliabile utilizzare dei pezzi non troppo difficili e dal costo contenuto (come i vagoni, oggetto di questo seminario), per limitare eventuali danni dovuti all’inesperienza; pian piano che si acquistano capacità e pratica si potrà passare a pezzi più complessi come carrozze, loco diesel, loco elettriche, per arrivare al modello a mio giudizio più complesso, la locomotiva a vapore.

Nel mio caso ho preferito cominciare con un carro Gabs, che al contrario di quello che può sembrare, è allo stesso tempo un carro semplice ma con dei particolari utili a fare della sporcatura un vero divertimento.
Infatti:
- la presenza di areatori, sui quali simulare i segni delle colate di acqua,
- le porte in acciaio da sporcare anche all’interno,
- le nervature da sottolineare con la tecnica del pennello asciutto,
fanno di questo carro un vero e proprio divertimento.
Detto questo, concludo indicando come modello da scegliere per iniziare la sporcatura quello che più ci aggrada e diverte, che ci consenta di sperimentare e (perché no) tenga conto anche anche dei nostri (presumibili) errori, che però ci consentiranno di migliorare sempre più la nostra tecnica.

MATERIALI OCCORRENTI
Assodato il fatto di utilizzare una tecnica mista, dobbiamo ora approvvigionarci del materiale che ci serve.
Questo “momento” benché possa sembrare scontato, è forse il più importante.
Dai materiali scelti deriva il risultato della nostra opera.
Non tanto in riferimento alla qualità dei materiali (non serve avere un pennello fatto di peli di… unicorno, se poi non abbiamo gli strumenti corretti per utilizzarlo) ma in relazione all’utilità che essi avranno nell’opera di invecchiamento.
Da tenere in considerazione anche il fatto che a seconda del carro o del mezzo che vogliamo sporcare si dovranno scegliere i colori, nelle tonalità giusto al fine di ottenere un risultato appagante.

Fatta questa piccola premessa ecco l’occorrente per la sporcatura di un carro:

- un pennello piccolo con setole morbide (massimo fino a n°1)
- un pennello medio con stole morbide (n°2 o n°3)
- della spugna sintetica per imballaggi
- colore bruno (rif. LIFECOLOR- UA 085)
- colore terra d’ombra opaco (rif. LIFECOLOR- LC 37)
- colore nero opaco (rif. LIFECOLOR- LC 02)
- colore ruggine opaco (rif. LIFECOLOR- LC 38)
- colore grigio (rif. LIFECOLOR - UA 028)
- colore metallo brunito lucido (rif. LIFECOLOR - LC 76)
- colore bianco opaco (rif. LIFECOLOR- LC 01)
- un bicchiere di carta – da riempire con acqua
- dei guanti in lattice
- uno straccio
- una base (ottimo un piatto) in plastica dove mischiare i colori
- del nastro di carta adesiva da carrozziere

Non tutti questi materiali verranno utilizzati allo stesso modo e nello stesso quantitativo, quindi pensiamo già a dove riporre quanto non utilizzeremo.

FASI DELLA LAVORAZIONE

FASE 1 - SMONTAGGIO DEL CARRO.
Iniziamo a scomporre il carro nelle parti di cui è formato.
Questo per un’esigenza di comodità lavorativa, in quanto le varie parti possono essere lavorate e sporcate con più accuratezza ricercando anche i dettagli giusti da evidenziare.
Il carro che voglio invecchiare si compone di 3 parti distinte, i due carrelli e il corpo del carro.
Altri carri hanno gli assi al posto dei carrelli e un telaio estraibile.
Anche in questo caso si devono togliere gli assi e sganciare il telaio.

FASE 2 - INIZIO DELLA SPORCATURA.
La sporcatura inizia con un’accurata analisi della fotografia da cui vogliamo trarre gli spunti (mano a mano che si diventerà esperti non ci sarà più bisogno di utilizzare immagini).
Partendo dai carrelli, o dal telaietto se il carro è ad assi, cominciamo a togliere gli assali ed a passare col pennello fine il color ruggine opaco tra le balestre o sulle boccole portaassi con movimenti orizzontali, a simulare i granelli di ruggine che si depositano su tali particolari in conseguenza dello sfregamento degli assi sul binario, e dell’azione dei freni sugli stessi.
La quantità di colore non deve essere eccessiva, in quanto non sarà solo questa tonalità ad essere passata su tali particolari.
Fatto questo, lasciamo asciugare per un 5 minuti i carrelli e ci dedichiamo al corpo del carro.

FASE 3 - IL CORPO DEL CARRO.
Il corpo del carro è la parte che rimarrà in vista maggiormente.
La posizione da cui si vede il modello è (quasi in tutti i casi) quella definita a volo d’uccello, ovvero dall’alto.
Dobbiamo quindi considerare come prioritaria la sporcatura del tetto.
Il metodo misto consiste nell’utilizzare insieme ai canonici pennelli anche la spugna sintetica.
Lo scopo di tale operazione è quello di simulare in maniera uniforme e corretta la sporcatura delle superfici senza utilizzare attrezzi complicati e costosi come areografi o aeropenne.
Si prende quindi un pezzo di questa spugna e lo si immerge nel colore terra d’ombra, molto diluito, e lo si applica mediante piccole e frequenti tamponature nella parte bassa della volta del tetto, per simulare una maggiore concentrazione di sporco corrente lungo tutta la lunghezza del carro.
Fatto questo, aspettando che si asciughi il colore, ci interessiamo ai particolari presenti sulle fiancate, facendo in modo però di far colare su questi particolari una piccola quantità di colore.
In questo modo simuliamo le colate d’acqua e di sporco.
Utilizzando poi il colore nero, anche qui diluito in maniera utile, prendiamo una punta della spugna o il pennello piccolo, e lo passiamo negli interstizi verticali - come scanalature delle porte, travi del telaio ecc.
Passiamo lo stesso colore sotto gli areatori, avendo cura che possa colare leggermente sotto tali particolari.
Lo stesso trattamento va applicato alle testate.
Su quest’ultime rivolgiamo una particolare attenzione ai respingenti, che nella realtà hanno la superficie del piatto sempre ingrassata.
Non soddisfatto dell’effetto che dava l’applicazione del colore nero lucido su tali particolari, ho unito al nero opaco il colore metallo brunito lucido, ottenendo un risultato appagante che richiamava ombre di grafite e tonalità lucide proprie del grasso.
Ritornando sul tetto, dobbiamo ora sporcare la parte centrale.
Per questa operazione utilizziamo il colore bruno misto al color ruggine e a una punta di grigio.
Come per i particolari precedenti, diamo delle piccole tamponature alla superficie del tetto, andando a completare la superficie metallizzata o color rosso vagone.
Fatto questo prendiamo il colore grigio e dopo averci imbevuto la spugna, la passiamo sullo straccio fino a far asciugare quasi completamente la superficie; passiamo quindi la spugna sul tetto, sempre tamponando, simulando un leggerissimo velo di polvere che normalmente si deposita sui carri.
Completato il tetto passiamo alle fiancate, da sporcare molto leggermente col pennello appena intaccato dal colore grigio; e asciutto, per depositare sulle fiancate solo una piccola parte di colore.
Riprendendo in mano i carrelli e lasciando asciugare il corpo del carro, li passiamo a pennello piccolo col colore bruno, in senso perpendicolare rispetto alle balestre o alle boccole; anche qui la tecnica è quella del pennello asciutto.

FASE 4 - FINITURA E RIASSEMBLAGGIO.
L’ultima fase consta nel rifinire e sottolineare i particolari del carro.
A seconda che si voglia far sembrare il modello più o meno vecchio si possono applicare delle piccole pennellate sulle fiancate di colore leggermente diverso da quello originale, simulando dei rattoppi di vernice.
La “pesantezza” della sporcatura dipende da quanto il carro è vecchio e da quanto è utilizzato, a piacimento si potranno caricare i colori o diluirli.
Si rimontano quindi i carrelli e gli assi, che chi vuole può colorare nella superficie esterna di color ruggine o bruno,si prende il carro nella sua totalità e si passa col pennello medio con il colore bianco, tramite la tecnica del pennello asciutto.
Questa ultima passata deve essere lieve e deve servire esclusivamente ad evidenziare i particolari più minuti, come chiodature o simili.
Fatto questo il carro è pronto per essere messo sul plastico fianco a fianco, perché no, con la nostra locomotiva preferita (sporcata), pronta a partire alla volta di…

CONCLUSIONI
Quanto detto fino adesso non vuole essere un “assoluto” da seguire per forza; anzi lo scopo è quello di stimolare alla ricerca di nuove tecniche e nuovi materiali, per ottenere il risultato migliore.
Si è voluto portare come esempio un’esperienza che, in quanto tale, sarà presto sostituita da un’altra, magari più opportuna.

Vorrei poi sottolineare un punto importante, forse il più importante.
Il nostro hobby è il più bello del mondo: ci consente, partendo dal modello reale, di arrivare alla riproduzione in scala
Ma non dimentichiamoci mai, presi dal vortice del modellismo, che lo scopo ultimo del nostro hobby (e del nostro operato) non è la ricerca assoluta della riproduzione esatta, ma l’appagamento personale derivante da tutte le varie operazioni… insomma IL DIVERTIMENTO!

GUIDO FRATICELLI