DALLE GIORNATE FIORENTINE 2005
MASTER SULLA COSTRUZIONE DI MODELLI IN POLISTIRENE
di Sergio Pauluzzi
Introduzione: perché il polistirene ?
Lesigenza dellutilizzo del polistirene per la costruzione dei
modelli in scala deriva dalle difficoltà di lavorazione manuale
di altri materiali - tipicamente lottone - con la consueta attrezzatura
domestica a disposizione del fermodellista medio.
Lottone infatti, proprio per il fatto di essere un metallo duttile
e malleabile, ben si presta alla costruzione dei modelli in scala
con le tecniche della fotoincisione e della saldatura, tuttavia
presenta una difficoltà pratica di impiego rispetto al polistirene
in fase di tracciatura, incisione, taglio, piegatura e più in
generale nella sua lavorazione manuale, proprio perché molto più
duro del polistirene.
Il polistirene invece, essendo un materiale plastico tenero e
perciò facilmente lavorabile, permette a chiunque di lavorarlo
con facilità e poco sforzo con unattrezzatura di base più ridotta
e semplice, rispetto allottone.
Il polistirene è un materiale plastico di colore bianco, si lascia
incidere e tagliare in modo netto e preciso con estrema facilità,
si presta ad essere limato e scartavetrato agevolmente; può essere
incollato con vari tipi di colle, nonché si vernicia meravigliosamente,
senza dover dare prima alcun primer, sia utilizzando colori acrilici,
che sintetici e nitro, a pennello o a spruzzo. E venduto in moltissimi
negozi di modellismo, in fogli di vari formati e di spessori che
vanno dai 0,13 mm fino ai 2 mm e oltre, ed in profilati dalle
forme e dimensioni più varie: quadrate, rettangolari, tonde, tubolari,
ad H, I, L, U, ecc., nonché di altre forme particolari.
Alcuni nomi di ditte che lo commercializzano: Evergreen (più caro; disponibili moltissimi profilati), Amati.
Scopo di questa dispensa è quello di permettere, a chi lo desideri,
di costruirsi dei modelli in scala utilizzando come materiale
principale (ma non unico !) il polistirene, offrendo dei consigli
e dei suggerimenti tecnici e pratici che gli permettano di ottenere
il migliore risultato finale, evitando gli errori più frequenti,
e beneficiando dellesperienza di chi ha già realizzato più di
qualche modello con limpiego di questo materiale.
Individuazione del modello da riprodurre
Benché il polistirene sia molto versatile, si presta meglio in
generale alla realizzazione di modelli dalle superfici chiuse,
piane e lisce (es: carri e carrozze chiuse), che aperte, curve
e complesse (es: carri aperti, chiusi con pareti a listelli di
legno, serbatoi), soprattutto a causa della tenerezza del polistirene,
che tende a flettere nel tempo se non viene opportunamente rinforzato
internamente. Perciò è bene scegliere di riprodurre un modello
che sia alla portata delle capacità tecniche maturate e dellesperienza
conseguita. Con il tempo ci si potrà cimentare in realizzazioni
via via più impegative.
Inviduazione dei materiali da impiegare
Per quanto detto sopra, è evidente che la qualità principale del
polistirene, la sua dolcezza e lavorabilità, ne costituisce anche
il principale limite dimpiego: è difficile immaginare di costruire
in polistirene gli assali e le ruote di un carro o di una carrozza:
sarà meglio utilizzare delle ruote in metallo o in altro materiale
plastico più rigido; ma pensiamo pure ai carrelli, alle sale,
ai ganci, ai finestrini, ecc.
Perciò la tecnica di costruzione dei modelli in polistirene in
realtà è sempre una tecnica mista, che richiede limpiego contemporaneo
di altri materiali di costruzione, diversi dal polistirene: ottone,
altri metalli, ABS, altre materie plastiche, acetato, legno, ecc.
Ne consegue che è bene prevedere ed individuare da subito la lista
di tutti gli altri materiali di cui necessiteremo al fine di realizzare
il modello, onde verificarne la reperibilità prima di iniziare
il lavoro, per evitare di scoprire a metà dellopera che non abbiamo
le ruote o i carrelli, ad esempio.
Molti di noi hanno, fra i vari carri e carrozze posseduti, un
certo numero di esemplari vecchi, rotti, fuori scala, oppure di
unamministrazione ferroviaria improponibile sul nostro plastico;
ebbene, è proprio là che cercheremo la materia prima necessaria
per intraprendere lautocostruzione, ovvero le ruote, gli assali,
le sale, i carrelli ed i ganci, tutte cose che non possiamo farcele
da noi in polistirene; individuate le cose che vanno bene al nostro
scopo, il gioco è fatto.
Altri particolari ancora (ad es. i respingenti, gli accoppiatori
pneumatici, ecc. ) potremo provvedere a farceli da noi stessi
in ottone e rame, utilizzando i profilati tubolari della Amati
ed i fili ed i fogli di ottone reperiti nelle rivendite di metalli
non ferrosi.
Attrezzatura necessaria
Tagliabalsa o cutter:
indispensabile un tagliabalsa a lame intercambiabili di vario
profilo; ma ne consiglio vivamente almeno due, di cui uno leggero,
per le incisioni ed i tagli di fogli di polistirene di spessori
limitati (0,13 1,00 mm) ed uno pesante, per le stesse operazioni
su fogli di maggior spessore (1,50 2,00 mm e oltre), onde evitare
rotture delle lame più delicate e possibili ferite - anche profonde
- alle mani.
Righello millimetrato:
indispensabile un righello millimetrato in acciaio, che non rischia
di essere rovinato definitivamente da eventuali fughe della
lama del cutter dal controllo della mano; ne consiglio uno che
riporti anche le tacche dei mezzi millimetri, soprattutto per
chi opera in scala N; utile un eventuale righello millimetrato
in materiale plastico, possibilmente trasparente.
Squadretti:
indispensabile una coppia di squadretti millimetrati in materiale
plastico trasparente (di cui uno a 45° e laltro a 30°) per la
realizzazione dei disegni tecnici a matita e le tracciature a
matita su polistirene; utile una eventuale squadra di acciaio
a 90° (anche non millimetrata).
Matita portamine:
indispensabile una matita portamine da 0,5 mm, per i disegni su
carta e le tracciature e su polistirene; consiglio di utilizzare
delle mine con durezza HB, che sono abbastanza tenere da scrivere
senza incidere la superficie del polistirene.
Lime:
indispensabile un set di limette per metallo assortite, cioè di
sezioni varie: tonda, semitonda, triangolare, quadrata, piatta,
ecc.; vanno benissimo anche per il polistirene.
Carta abrasiva:
indispensabile la carta vetrata o abrasiva, di varia grana:
- 50, 100, 200 (grana grossa)
- da 400 a 800 (grana media-fine)
- 1000, 1200 ed oltre (grana finissima).
Trapano a mano o girapunte:
indispensabile un girapunte a mano da modellismo, con mandrini
intercambiabili per punte di vario diametro, con chiusura a diametro
zero (normalmente da 3 mm di diametro fino a zero).
Punte da trapano:
indispensabili delle punte di vario diametro; per la scala N:
da 0,3 - 0,4 0,5 - 1,0 mm, nonché da 1,5 e 2,0 mm.
Colle:
- colla per polistirene, indispensabile; la si trova:
- liquida, in contenitore di vetro, con pennellino distributore,
(Humbrol)
- semiliquida, in flaconcino con tubo dispenser in metallo, (Arnold,
Humbrol)
- semiliquida, in tubetto spremibile con beccuccio (tipo dentifricio),
di varie marche
- colla cianoacrilica, indispensabile, sia liquida che gel.
- colla per acetato o plastica trasparente, indispensabile: Clearfix
Humbrol, o Micro Kristal
Klear Microscale.
Progettazione
La qualità finale del modello in scala autocostruito col polistirene,
ed anzi la possibilità stessa di realizzarlo, non possono prescindere
da una accurata progettazione dello stesso.
Se non si dispone di disegni in scala ufficiali, occorrerà effettuare
tutte le misurazioni sul campo, cioè dal vero, del prototipo
che si vuole riprodurre.
In ogni caso è buona norma raccogliere pure una adeguata documentazione
fotografica del prototipo da riprodurre, che sarà daiuto in tutti
i casi di dubbio o di carenza di dati o di memoria.
Una volta che si dispone delle misure reali o di misure comunque
ufficiali, si passa alla loro riduzione in scala esatta (es: 1:160
per la scala N).
Il primo problema da affrontare è quello dellapprossimazione
delle misure in scala esatta: il consiglio è quello di approssimare
le misure quanto meglio possibile, tenendo però conto dei nostri
limiti fisici (occhi e mani) e degli strumenti a disposizione
(righelli, squadrette, ecc.): non serve a nulla approssimare sulla
carta 11,23 mm in scala a 11,2 mm, se poi la massima precisione
che riusciamo rispettare in pratica è di 1 mm a causa dellattrezzatura
o della precisione delle nostre
mani.
Ritengo in base allesperienza che 0,25 mm siano un ottimo livello
di compromesso fra lesigenza di una riproduzione fedele al vero
e i limiti di accuratezza raggiungibili manualmente.
Ciò che conta è che le proporzioni dinsieme del modello siano
alla fine rispettate, più che il perseguimento maniacale della
precisione fine a se stessa.
Le misure ridotte in scala esatta andranno perciò approssimate
per eccesso o per difetto, in base alle solite regole; così ad
es. 10,13 mm in scala esatta diverranno 10,25 mm, mentre 10,12
mm diverranno 10 mm.
Redigeremo quindi una tabella delle misure rilevate: in una prima
colonna scriveremo i valori delle misure reali, in quella successiva
i corrispondenti valori in scala esatta (es.:1:160), nella terza
colonna scriveremo i valori in scala approssimati, ed infine nellultima
colonna scriveremo i valori in scala approssimati e coerenti fra
loro; SOLO questi ultimi costituiranno la base dati dei disegni
di progetto.
Perchè?
Perché tutti i valori indicati nel progetto in scala devono essere
coerenti gli uni con gli altri, e con le loro somme e sottrazioni,
pena limpossibilità di costruire e assemblare correttamente il
modello.
Vi propongo un esempio per spiegare il problema.
Si supponga di avere le seguenti tre misure lineari consecutive
(potrebbero essere le larghezze e la distanza fra due finestrini),
la cui somma sia in scala esatta (1:160) che approssimata è di
9 mm:
E evidente (terza colonna) che la somma delle tre misure approssimate
in scala (= 8,75mm) non è coerente con il valore in scala approssimata
della loro somma (= 9 mm); modificando una delle tre misure (ho
scelto la prima) rispetto al suo valore approssimato a meno di
0,25 mm, si recupera la coerenza fra la somma delle singole misure
approssimate e lapprossimazione della loro somma; le misure che
utilizzeremo ai fini progettuali saranno dunque quelle della quarta
e non della terza colonna.
Se così non facessimo ci troveremmo in mano, alla fine di tutto
il lavoro, dei pezzi sbagliati e quindi impossibili da utilizzare.
Il secondo problema, da considerare assolutamente, ha a che fare
con il fatto che, mentre i disegni del progetto sono bidimensionali,
i pezzi reali saranno tridimensionali: avranno cioè uno spessore!
Occorrerà perciò assolutamente prestabilire, in fase di progetto,
lo spessore dei fogli di polistirene che intenderemo utilizzare
per realizzare ciascun singolo pezzo del modello (ad es. per le
fiancate del carro, il telaio, le testate, ecc.; è chiaro che
gli spessori delle parti portanti non potranno essere di 0,13
mm, ma nemmeno troppo grossi da sfigurare in relazione alla scala
ed alle caratteristiche specifiche del modello particolare).
Di ciò dovremo tenerne conto anche per lassemblaggio, a seconda
del modo in cui i vari componenti elementari andranno ad unirsi
e posizionarsi reciprocamente, pena ancora una volta lincompatibilità
tra i vari componenti del modello e limpossibilità di realizzarlo,
e dover ricominciare tutto daccapo.
Il terzo problema da prevedere e affrontare ha a che fare con
laccessibilità interna, che potrebbe essere compromessa, soprattutto
in scala N dove, a causa del forte rapporto di riduzione, gli
spazi interni utili per manovrare con le mani e con i vari attrezzi
potrebbero risultare problematicamente ridotti al di sotto dei
minimi termini; ciò potrebbe causare, se non previsto in fase
di progettazione, limpossibilità di montare poi certi pezzi o
particolari (si pensi ai vetri delle finestre dei vestiboli delle
carrozze, ad esempio).
Una volta affrontati e risolti tutti questi aspetti, possiamo
eseguire i disegni tecnici, su carta, di tutti i componenti del
modello da realizzare.
Sfatiamo un tabù: i disegni tecnici non devono affatto essere
perfetti, né in scala; anzi facciamoli addirittura a mano libera,
se ci è più comodo, su un pezzo di carta qualsiasi!
Ciò che dovrà essere esatto ed in scala è il modello, non i disegni
su carta!
Ciò che però sarà indispensabile riportare in tutti i disegni
(di lato, di fronte, di sopra, di sotto, ecc.) sono le quote lineari
delle lunghezze, larghezze, altezze e profondità, sia singole
che aggregate, sia parziali che totali, sia progressive che cumulate:
ciò tornerà molto utile in fase di tracciatura sui fogli di polistirene
delle misure per le successive incisioni e tagli degli stessi,
e consentirà una immediata verifica della correttezza delle misure
dei disegni, evitando che di eventuali errori ce ne accorgiamo
solo quando avremo oramai inciso o tagliato irrimediabilmente
fuori misura il foglio o il pezzo di polistirene.
Realizzazione
Tracciatura delle linee di taglio a matita
Una volta approntati i disegni, si appoggia ciascun foglio di
polistirene su un piano di lavoro appropriato (di legno, plexiglas
o altro materiale adatto e perfettamente piano), e si iniziano
a tracciare a matita tutte le quote e le linee di taglio, secondo
il progetto su carta;
Alcuni consigli:
- tracciare a matita il polistirene sempre dal lato esterno, cioè
quello che rimarrà in vista, nel caso di una superficie che sarà
esposta alla vista;
- tracciare a matita il polistirene dal lato interno, cioè quello
che che rimarrà nascosto, nel caso di una superficie che rimarrà
nascosta, interna o sotto al modello;
- annerire o evidenziare sempre a matita le parti del pezzo che
andranno asportate (es: le parti corrispondenti alle luci delle
porte e dei finestrini) in modo da distinguerle dalle parti che
andranno tagliate da quelle che non andranno asportate, nella
fase successiva di incisione e taglio.
Incisione e taglio
Finita la fase di tracciatura, si inizia a incidere col tagliabalsa
il polistirene lungo le linee di taglio tracciate in precedenza
a matita, avendo laccortezza di fissare il foglio di polistirene
al piano di lavoro con del nastro adesivo da carrozziere applicato
ai quattro angoli, onde evitare indesiderati slittamenti del foglio
ed i conseguenti errori.
Si tagliano prima di tutto i particolari tracciati a matita in
precedenza sul foglio (luci dei finestrini, delle porte, dei montanti,
ecc
); per ultimi si tagliano i bordi del pezzo che verrà staccato
dal foglio madre solo dopo aver finito il taglio di tutti gli
altri particolari; in questo modo il lavoro risulta più rapido,
preciso ed agevole, tenuto conto che una mano sarà impegnata ad
impugnare il tagliabalsa e laltra nello stesso tempo dovrà tenere
il righello o la squadra ben fermi ed aderenti al foglio di polistirene
da tagliare ed al piano di lavoro.
Per ottenere un risultato ottimale ed evitare errori e sgradite
sorprese, ecco alcuni consigli:
- utilizzare preferibilmente un tagliabalsa leggero per tagliare
fogli di spessore ridotto (meno di 1 mm), e sempre un tagliabalsa
robusto con lame altrettanto robuste per tagliare fogli di maggior
spessore;
- è di gran lunga preferibile eseguire un taglio passante mediante
10 successive incisioni parziali e leggere col tagliabalsa sulla
superficie del foglio di polistirene, che eseguire il taglio con
una sola incisione passante, qualsiasi sia lo spessore del foglio
da tagliare (quanto più è spesso, tanto maggiore sarà il numero
delle incisioni da fare);
- tenere il tagliabalsa sempre bene appoggiato al righello che
deve guidare lavanzamento dellincisione in maniera perfetta;
- tenere il tagliabalsa sempre perpendicolare al foglio, nel piano
di incisione / taglio, in modo che il taglio risulti perpendicolare
al piano del foglio;
- eseguire lincisione tenendo sempre la lama del tagliabalsa
appoggiata di dorso nel senso della direzione di avanzamento dellincisione
/ taglio, per evitare pericolosi svii, leffetto cuneo ed il sollevamento
per deformazione dei due bordi della linea di taglio, e permettere
una netta asportazione del polistirene inciso;
- eseguire le incisioni sempre dal lato esterno (in vista) del
pezzo; così le eventuali piccole imperfezioni di taglio rimarranno
nascoste sul lato interno del pezzo;
- eseguire le incisioni sempre dal lato da asportare rispetto
alle linee di tracciatura a matita: se si è tagliato di meno è
sempre possibile asportare di più con la lima, ma se si è tagliato
troppo il pezzo irrimediabilmente da buttare;
- nei punti in cui confluiscono due linee di taglio, incidere
il foglio partendo dal punto di vertice ed allontanandosi da esso,
onde evitare il rischio di oltrepassare per errore il limite di
taglio stabilito con la tracciatura a matita;
- nei punti in cui vanno create delle curve di raccordo fra due
linee di taglio, è meglio arrestare lavanzamento dellincisione
circa 0,5 1 mm prima del punto in cui le linee tracciate a matita
si incrociano, e eseguire il raccordo con la lima tonda o semitonda
dopo aver concluso il taglio completo della parte da asportare
(per es.: per le luci dei finestrini che hanno dei profili di
raccordo curvi);
- soprattutto se lo spessore del polistirene da tagliare è notevole
(1,5 mm e oltre), per realizzare le luci dei finestrini e di altri
particolari può essere conveniente praticare in successione con
il girapunte tanti fori ravvicinati ed a ridosso delle linee tracciate
a matita, dal lato da asportare, e quindi congiungere tutti i
fori incidendo con il tagliabalsa più robusto il polistirene,
fino a staccare completamente dal foglio la parte da asportare,
e rifinire il profilo del particolare da realizzare successivamente.
Formatura
Sebbene si possa facilmente impiegare lottone per realizzare
un tetto bombato, o un serbatoio, lo stesso risultato lo si può
ottenere con il polistirene: esistono profilati tubolari di vario
diametro; nel caso che si volesse realizzare un tetto bombato
in polistirene, dopo aver tagliato il pezzo in piano conviene
dargli la forma definitiva scaldandolo a bagnomaria o nel forno
a microonde, farlo quindi adagiare a caldo su una dima di legno
della forma voluta.
Una volta formato il tetto, sarà sufficiente raffreddare il polistirene
immergendolo in acqua fredda; il procedimento si può ripetere
più volte, fino ad ottenere il risultato voluto.
Occorre fare attenzione però a non scaldare troppo il polistirene,
e fare un po di prove prima di affrontare il pezzo definitivo.
Lo stesso procedimento si utilizza per piegare in particolari
forme tutti i generi di profilati e di fogli di polistirene.
Finitura
Terminata la fase di taglio dei pezzi, occorre rifinire i singoli
pezzi; ricordandoci che il polistirene è un materiale tenero,
e quindi le lime e la carta abrasiva vanno usate con delicatezza,
senza eccedere nella pressione da applicare; in particolare:
- vanno asportate le sbavature prodotte dal taglio utilizzando
della carta abrasiva fine;
- va scartavetrata leggermente la superficie che rimarrà a vista
con carta abrasiva fine /
finissima, in modo da renderla perfettamente uniforme, piana e
un po ruvida al tatto
(togliendo leffetto specchio, che caratterizza sempre uno dei
due lati del foglio), anche in
funzione di un migliore aggrappaggio successivo della vernice;
- vanno rifinite le varie linee di taglio, portandole definitivamente
a misura dei profili da realizzare, con lausilio delle lime (si
pensi al perfetto allineamento dei profili di una serie di finestrini
sulla fiancata di una carrozza); per gli angoli acuti va impiegata
una lima a sezione triangolare, per gli angoli retti una lima
a sezione triangolare o quadrata; per i profili curvi una lima
semitonda o tonda, per i fori circolari una lima tonda, ecc.
- vanno eseguiti eventuali smussi e raccordi vari, sia con le
lime che con la carta vetrata;
- vanno applicati gli eventuali coprigiunti costituiti da profilati
di polistirene di opportuno spessore (fino a 0,13 mm), i montanti
di rinforzo, e gli altri particolari la cui applicazione
- è più agevole da realizzare sul pezzo singolo, prima del suo
assemblaggio definitivo, o che
- dovranno essere verniciati nello stesso colore del pezzo a cui
si applicano.
- vanno eseguiti i vari fori per la successiva applicazione dei
mancorrenti e di altri particolari, come le scalette, i predellini,
i respingenti, i carrelli, ecc.(ricordiamoci qui che la costruzione
di un modello col polistirene presuppone anche limpiego di materiali
diversi: rame ed ottone per realizzare mancorrenti, tubi, fili,
scalette, predellini, accoppiatori pneumatici, respingenti, ecc.;
legno per realizzare pannelli e piani di calpestio, ecc., acetato
per i vetri, ecc. )
Assemblaggio
Una volta che disponiamo di tutte le parti del modello finite
e pronte, procediamo finalmente al loro assemblaggio: e via con
la colla! E invece no
Prima di essere tentati di versare una sola goccia di colla, dobbiamo
essere sicuri che non abbiamo commesso errori poi irrimediabili,
una volta incollati i pezzi.
Perciò procediamo ad assemblare i vari pezzi a secco per verificare
che si uniscano correttamente a formare ciò che abbiamo progettato:
se abbiamo commesso degli errori in fase di progettazione (se
abbiamo sbagliato di prendere o ridurre in scala le misure, se
abbiamo sbagliato i calcoli, se non abbiamo tenuto conto dello
spessore dei materiali, se abbiamo sbagliato di progettare il
posizionamento relativo dei pezzi, ecc.) oppure in fase di disegno
o di taglio o di finitura (se abbiamo esagerato con il cutter
o la lima o la carta abrasiva, ecc.).
Cominciamo ad unire i pezzi a due a due (es: la base con ciascuna
fiancata e ciascuna testata; la fiancata con ciascuna testata,
ecc.), e verifichiamo che le misure coincidano (lunghezze, larghezze,
altezze), poi proviamo ad assemblare le due fiancate e le due
testate assieme, e verifichiamo se otteniamo un parallelepipedo
oppure un rombo oppure un
branzino; poi riproviamo aggiungendo
la base del telaio e leventuale tetto.
Verifichiamo anche che non vi siano eccessivi laschi o luci fra
le varie giunzioni, ecc, o che al contrario i pezzi si incastrino
a fatica.
E meglio comunque aver tagliato di meno di quanto dovuto, perché
con qualche colpo di lima si può sempre rimediare, che aver tagliato
troppo
perchè bisogna rifare il pezzo (troppo corto o troppo
basso).
Incollaggio
Quando abbiamo verificato che tutto è ok, procediamo ad incollare
i pezzi di polistirene a due a due, come sopra, e via via i successivi,
fino ad incollare tutto ciò che deve poi rimanere saldamente unito;
per fare ciò utilizzeremo diverse colle; ognuna ha i suoi vantaggi
e svantaggi, ognuna è più indicata in certi casi che in altri;
vediamo:
Colla per polistirene: in flacone, tubetto, ecc, più o meno liquida.
Ha il vantaggio che, agendo come un solvente, ci mette del tempo
ad incollare: tutto a nostro beneficio se dobbiamo correggere
il posizionamento errato di due pezzi di polistirene da unire.
Ha vari svantaggi però:
1. bisogna stare attenti a non esagerare con la colla: basta applicare
un filo di colla (il dispenser qui è utilissimo) lungo la linea
di contatto di ciascuno dei due pezzi, attendere 10 30 secondi
che il solvente evapori un poco, quindi unire i due pezzi premendo
leggermente luno contro laltro; esagerare con la colla = rischiare
di rovinare, deformare se non addirittura bucare il foglio di
polistirene (si immagini lo spessore da 0,13 mm);
2. richiede tempi lunghi, e perciò è necessario, una volta uniti
i due pezzi, mantenerli bloccati nella posizione voluta (es: ortogonale)
per delle ore, con laiuto di un paio di blocchetti di metallo
o di legno, fino al completo essiccamento; altrimenti la colla,
che tende a tirare, trasforma la giunzione ad angolo retto in
un angolo acuto, che a quel punto potremo utilizzare per costruire
la prua di una nave.
La colla liquida in flaconcino di vetro con il pennellino è indispensabile
se dobbiamo unire due fogli di polistirene sovrapponendoli luno
sullaltro, come ad es. nel caso in cui vogliamo realizzare una
fiancata a più livelli di profondità (è il caso di molti carri
e carrozze), oppure ottenere dal lato interno le sedi per la successiva
applicazione dei vetri ai finestrini; la regola è quella di spalmare
uniformemente e senza esagerare la colla con il pennellino solo
sul foglio di maggior spessore, che rischia meno di flettersi
o di tirare.
Colla cianoacrilica: liquida o gel
Ha il vantaggio di un incollaggio immediato (pochi secondi) e
quindi di permettere di procedere celermente nel montaggio; inoltre,
non essendo solvente, non intacca né corrode il polistirene se
ne fuoriuscisse troppa; per contro, bisogna posizionare i pezzi
da incollare a colpo sicuro, perché un errato posizionamento richia
di trasormarsi in tragedia, soprattutto se i pezzi che si tenta
di staccare sono sottili o delicati, o sono stati uniti di piatto;
per questo è preferibile evitare assolutamente di utilizzarla
nel caso in cui dobbiamo incollare, sovrapponendoli, due fogli
di polistirene (nessuno li staccherebbe più in caso di un errato
allineamento), mentre va bene nel caso che dobbiamo incollare
di testa due pezzi di polistirene, ad esempio ad angolo retto:
riusciremo a staccarli in caso di errato allineamento senza eccessiva
difficoltà e
riproveremo una seconda volta con più attenzione;
una volta correttamente uniti, non dovremo attendere delle ore
per lincollaggio successivo.
Cè da dire ancora che la colla cianoacrilica si presta ottimamente
per irrobustire le giunzioni (dal lato interno!) fra i vari pezzi,
in quanto contribuisce a mantenere assolutamente fermi i pezzi
in posizione dopo pochi secondi, e per sempre, e per questo può
essere usata in alternativa o assieme a dei listelli di rinforzo
interni, per assicurare maggiore stabilità e robustezza alla forma
del modello.
Colla per vetri
È lunica che consiglio di utilizzare per incollare i vetri o
lacetato alle porte ed ai finestrini: non è istantanea e perciò
permette di correggere eventuali cattivi posizionamenti, non lascia
alcuna traccia visibile in quanto polimerizza in un film perfettamente
trasparente, ed è elastica; consiglio la Clearfix della Humbrol.
Consiglio invece la Micro Kristal Klear della Microscale per creare
vetri di dimensioni non troppo estese (è una colla di colore bianco,
che si tira con uno stuzzicadenti fino a riempire lo spazio
del finestrino, dopo 10 / 15 minuti si trasforma in un film trasparente),
oppure quando per motivi di spazio, risulta difficoltoso posizionare
dallinterno il vetro o lacetato.
Colla epossidica bicomponente
È adatta ad incollare rinforzi e/o pesi di metallo al polistirene
o al metallo, in alternativa alla colla cianoacrilica, quando
si richiede un incollaggio più elastico o che sopporterà vibrazioni
e/o sollecitazioni elastiche.
Incollare i pezzi non significa incollare tutto il modello in
un blocco monolitico: è bene qui ricordare che il nostro modello
dovrà sempre rimanere accudibile nel tempo, e perciò smontabile
in caso di necessità.
A seconda del tipo di modello e delle sue caratteristiche peculiari,
sarà opportuno incollare definitivamente solo certe parti fra
di loro, in modo da avere delle macroparti sempre separabili
e smontabili; queste macroparti andranno unite solo per mezzo
di incastri, o di dispositivi amovibili (si pensi ai respingenti
sfilabili che tengono unita la cassa al telaio), oppure di viti
e dadi (interni o comunque nascosti alla vista).
Nel caso dei carri chiusi, ad esempio, si dovrà prevedere di poterli
sempre scomporre in:
tetto / cassa / telaio
tetto+cassa / telaio
tetto / cassa+telaio
Se non lo prevediamo, rimontare o sostituire un vetro di un finestrino
staccatosi allinterno del carro in seguito ad una caduta del
modello si rivelerà alquanto impossibile.
Rinforzo e stabilizzazione
Il polistirene, come già detto, è un materiale che ben si presta
ai nostri scopi ma che, proprio per le sue caratteristiche, non
è rigido, e tende a flettere nel tempo sia per effetto della forza
di gravità e degli sforzi che vi si applicano, sia a causa delleffetto
tirante della colla per polistirene, che è un solvente.
Per questi motivi, soprattutto quando le superfici in gioco sono
estese, è necessario applicare internamente al modello in polistirene
dei rinforzi, che possono essere costituiti sia da spezzoni di
profilati di polistirene di varia forma e sezione (a seconda della
scala e delle funzioni che devono svolgere), sia da altri materiali.
I rinforzi possono essere costituiti anche da paratie interne
in polistirene o altro materiale, che possono anche fungere da
pareti divisorie (si pensi alle carrozze a scompartimenti), ed
assolvere ad un doppio compito, estetico e funzionale.
Il consiglio è quello di incollare questi rinforzi utilizzando
della colla cianoacrilica anziché della colla per polistirene,
proprio per evitare che questultima, solvente, crei nuovi sforzi
di tensione dopo che abbiamo fatto di tutto per eliminarli.
Questo eviterà che il tempo e luso (il modello sarà soggetto,
nellesercizio sul plastico, anche a sforzi di compressione e
di trazione) provochino a distanza di anni delle sgradite sorprese
a carico della nostra opera.
Applicazione di particolari e aggiuntivi
A questo punto potremo applicare al nostro modello altri particolari
e aggiuntivi, che non era conveniente o possibile assemblare direttamente
sui singoli pezzi di polistirene prima del loro assemblaggio definitivo,
ma non monteremo ancora né i vetri né altri particolari che andranno
verniciati di un colore diverso rispetto alla cassa o al telaio
o al tetto, o che giudichiamo conveniente montare in seguito (per
la loro fragilità ad esempio).
Applicheremo anche le sale, i carrelli, i respingenti, i ganci,
ecc., in maniera definitiva o non, a seconda se dobbiamo successivamente
ritoglierli o meno.
Verniciatura
Dopo aver lavato e sgrassato il modello, potremo procedere alla
sua verniciatura, con le tecniche che conosciamo, a pennello o
a spruzzo, con o senza lutilizzo delle mascherature ecc.
Alcuni particolari ed aggiuntivi che monteremo successivamente
andranno verniciati a parte.
Il polistirene possiamo tranquillamente verniciarlo direttamente
senza applicare alcun primer, perché i colori acrilici, sintetici
e nitro si aggrappano molto bene, solo che si abbia avuto laccortezza
di carteggiarne la superficie con carta a grana fine / finissima
(1000 e oltre).
Decals
Conclusa la verniciatura (nel senso che tutte le mani di vernice
si sono perfettamente asciugate), applicheremo le decals e le
lasceremo a loro volta asciugare perfettamente.
Applicazione particolari e aggiuntivi finali
Incolleremo o monteremo per ultimi tutti quei particolari e aggiuntivi
che non avevamo applicato in precedenza.
Sporcatura - vernice trasparente di finitura
Eseguiremo la sporcatura e linvecchiamento eventuali del modello,
ed infine applicheremo la vernice trasparente, lucida, satinata
o opaca a tutto il modello, secondo leffetto che vogliamo dare.
Vetri
Last but not least: a meno che non si voglia dare ai vetri una
finitura satinata o opaca, per simulare la loro non perfetta pulizia,
li incolleremo per ultimi utilizzando lapposita colla, o li creeremo
con la Micro Kristal Klear.
Fine del lavoro ed inizio del divertimento, o forse fine del vero
divertimento ed inizio di un altro modello!
Conclusioni
Questa dispensa, lungi dallaver esaurito tutto il tema della
costruzione in proprio o della cosiddetta autocostruzione, che
potremo approfondire verbalmente e soprattutto
praticamente,
è il frutto di diversi anni di realizzazioni pratiche di vari
modelli ferroviari, e vuole essere semplicemente uno sprone a
tuffarci finalmente nel genere di autocostruzione che più di ogni
altro è alla portata di tutti noi fermodellisti. Non richiede
infatti né di affrontare grandi spese per lacquisto di programmi
di grafica vettoriale, acidi, solventi pericolosi e lampade speciali
necessari per la fotoincisione; né di comprare altrettanto costose
attrezzature elettromeccaniche come torni, frese o altre macchine
a controllo numerico. Senza contare il tempo necessario per imparare
ad usare i programmi di grafica vettoriale e le macchine a controllo
numerico; tutte cose che tendono a scoraggiare i più dal cimentarsi
nellautocostruzione.
Qui sono sufficienti le nostre mani e poca e semplice attrezzatura,
alla portata di tutti noi fermodellisti, con poca spesa. Non importa
se i primi risultati non saranno eccezionali: lappetito vien
mangiando, e a mano a mano che acquisiremo abilità, esperienza
e pratica, miglioreremo anche la qualità e la complessità dei
modelli da realizzare.
Buon lavoro a tutti,
Sergio Pauluzzi